fonte: Agensir
Settimana liturgica nazionale

“La fede non è una quantità misurabile a piacere. Per questo la celebrazione liturgica, oltre a non pretendere di dominare la libertà del Risorto, non può controllare la fede dei credenti o la loro partecipazione”. Lo ha detto mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema e delegato della Conferenza episcopale lombarda per la liturgia e la catechesi, intervenendo alla Settimana nazionale di liturgia conclusasi ieri a Cremona. “La celebrazione – continua – è attestazione della fede ma dentro gli itinerari sono differenziati e si tratta di tener conto di queste differenze”. “Nel futuro – ha sostenuto – avremo sempre quelli che stanno nei primi banchi ma anche quelli che stanno sulla soglia. Avremo dei curiosi, insieme alla piccola comunità dei praticanti regolari”. Mons. Gianotti ha evidenziato tre sfide principali per l’attuale contesto: quella della “ospitalità benevolente e dedicata anche di chi sta sulla soglia”, quella della preoccupazione e cura di ciò che facciamo e infine quella della differenziazione della celebrazione. “Il rito – ha aggiunto – ha certamente i suoi limiti però porta in sé la capacità di creare un ambiente in cui ci si può riconoscere”.