UNA CHIESA CON UN VOLTO DI MAMMA

Toccante discorso di Papa Francesco nella cattedrale di S. Maria del Fiore, in cui ha invitato la Chiesa italiana ad avere un volto di mamma e ad essere capace di innovarsi radicandosi in Cristo e seguendo lo Spirito Santo.
‘La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo’ ha detto Francesco ‘Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal potere, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine della Chiesa’. Per una chiesa magari accidentata, ma che sia madre, bisogna evitare la tentazione pelagiana che induce ad assumere uno stile di controllo e di normatività e quella dello gnosticismo che confida nel ragionamento perdendo il senso della tenerezza per i fratelli. Ma la dottrina cristiana non è un sistema chiuso, incapace di generare interrogativi. La riforma della Chiesa non si esaurisce nel cambiare le strutture, ma significa radicarsi in Cristo. Il Papa ricorda due santi, s. Francesco e Filippo Neri, ma anche lo scrittore Guareschi, che con un personaggio inventato, don Camillo, ben disegna una figura di parroco legato alla gente e forte della preghiera. L’invito alla Chiesa italiana è quello dell’inclusione sociale dei poveri ‘Che Dio protegga la Chiesa italiana da ogni surrogato di potere, di immagine, di denaro’, ha detto il Papa. Nel ricordare Firenze, città della bellezza, il Papa menziona uno dei primi edifici rinascimentali, lo Spedale degli Innocenti, per bambini abbandonati da madri in difficoltà, che conservavano l’altra metà della medaglia spezzata sperando in futuro di ritrovare il figlio. ‘Ecco, dobbiamo immaginare che i nostri poveri abbiano una medaglia spezzata…la chiesa madre ha l’altra metà della medaglia di tutti’. Di qui l’augurio che la Chiesa abbia un volto di mamma e l’indicazione che in ogni diocesi e parrocchia si approfondisca in modo sinodale l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium per attuarla concretamente.