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FRANCESCO DA PADRE PIO

 

“Il gesto di Papa Francesco è il riconoscimento della significatività di questo territorio e della sua incidenza sull’itinerario spirituale di san Pio”. Lo dice al Sir mons. Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento, a proposito della visita pastorale di Papa Francesco a Pietrelcina e San Giovanni Rotondo, in programma il 17 marzo per onorare la memoria del Santo del Gargano. “Una visita che ci fa ben sperare, soprattutto per una maggiore attenzione a questo territorio”, sostiene il presule, fiducioso che “il Papa ci offra anche qualche criterio di metodo per il futuro, su come proseguire il cammino in una terra come la nostra, dove non c’è lavoro e i giovani se ne vanno”.

Una visita che, secondo mons. Accrocca, “è il riconoscimento, da parte del Santo Padre, che Padre Pio appartiene a questa terra. A Pietrelcina è nato, qui si è svolta la sua formazione”. Il presule ricorda le iniziative di “avvicinamento” alla visita del Papa. E, in particolare, quella della sera del 16 marzo, “quando presiederò una messa alle 21”. L’arrivo del Papa è previsto per le 8 del giorno successivo. “Ad accoglierlo saremo io e il sindaco. Poi ci dirigeremo verso l’olmo sotto il quale padre Pio si ritirava a pregare. È lì che sosterà in preghiera anche Papa Francesco, per poi tenere il suo discorso nel palco appositamente allestito per l’occasione, preceduto da un mio breve saluto – annuncia il presule -. Terminato il suo discorso, il Santo Padre saluterà alcuni padri del convento e ripartirà alla volta di San Giovanni Rotondo”.

 

Una delle tappe fondamentali del viaggio del Papa a San Giovanni Rotondo è la visita al reparto di Oncologia Pediatrica dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” a San Giovanni Rotondo. Una struttura voluta e creata da Padre Pio nel 1956 e oggi polo di eccellenza nella cura e nella ricerca, visitata anche da Benedetto XVI nel 2009. La dott.ssa Lucia Miglionico, dirigente medico dello stesso reparto, che ha partecipato insieme al marito come uditrice al Sinodo dei vescovi sulla famiglia del 2014, ci racconta del suo incontro con il Papa e dell’attesa dei bambini:

R. – Durante i lavori del Sinodo, ci sono stati tanti momenti nei quali il Papa si è intrattenuto sia con i Padri sinodali sia con le famiglie. Ed è stato in una di quelle occasioni che ho potuto portare al Papa non solo il saluto e le letterine dei nostri bambini, ma anche un invito speciale a venirli a trovare. E il Papa ha detto: “Prega, e un giorno magari questo si avvererà”.

I bambini cosa dicono della visita del Papa? Quali sono le loro emozioni? Si stanno preparando?

R. – Sì, il reparto è in festa, perché finalmente vedranno il Papa in carne e ossa. Per cui c’è tanto trambusto felice, come solo i bambini lo sanno creare. Lo aspettano veramente con ansia …

Forse stanno preparando qualcosa di particolare?

R. – I lavoretti particolari che i bambini stanno preparando – a parte lettere, cartelloni, disegni – sono i loro pensieri speciali per il Papa, sono i pensieri spontanei. Ieri vedevo una delle letterine dei bambini nella quale era scritto: “Santo Padre, io prego per te, ma tu prega per la mia nonna, perché in questo momento è quella che aiuta il mio fratellino a casa, perché la mamma è con me in ospedale”. Ecco: io penso che una preghiera più bella il Papa non potrà accogliere nelle sue mani e nel suo cuore.

Nel reparto che visiterà il Papa, quanti bambini ci sono?

R. – Noi abbiamo 22 posti letto, ma poi abbiamo un day-hospital che accoglie dai 15 ai 20 bambini al giorno. Quindi quel giorno il Papa troverà in reparto non meno di 40 bambini, che sono quelli attualmente in trattamento. Poi, sicuramente, ad accogliere il Papa fuori dal reparto ci saranno decine e decine dei nostri bambini guariti.

In che modo oggi voi a “Casa Sollievo della sofferenza”, e in particolare in questo reparto di Oncologia pediatrica, vivete la figura di Padre Pio? In che modo la figura di Padre Pio fa la differenza, anche nel curare questi bambini?

R. – Accanto alla cura medica c’è soprattutto la cura di cuore materno: nel nostro reparto si vive un’atmosfera di famiglia che è accompagnata dalla preghiera che Padre Pio voleva che ci fosse sempre. I bambini, poi, conoscono Padre Pio, soprattutto attraverso i racconti e il modo nostro di vivere.

La visita di Papa Francesco a San Giovanni Rotondo il 17 marzo avviene in una giornata sola eppure il Papa, prima della Messa, viene a trovare i bambini, i bambini malati. Che significato ha questo gesto, per lei?

R. – Dall’esempio che Papa Francesco ci ha dato nel suo Pontificato noi abbiamo visto che predilige in maniera speciale la famiglia e i poveri; tra i poveri ci sono gli ammalati e tra gli ammalati i bambini. E i bambini malati di tumore in particolare penso che siano i più poveri di tutti.

Fonte:

www.agensir.it

www.radiovaticana.va

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