Un mese con San Francesco

Un mese con San Francesco – Ep. 23

Il lupo di Gubbio

Uno tra gli episodi più famosi della vita del santo è quello in cui riesce ad ammansire il “lupo di Gubbio”. L’aneddoto è riportato ne “I fioretti” ed è ambientato, appunto, “nel contado d’Agobio”. Gli eugubini sono tormentati dalla presenza di questo feroce animale. Francesco decide di mettersi in cerca della bestia per parlargli e la trova in un bosco, con le fauci spalancate. E gli intima: “Vieni qui, frate lupo; io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male nè a me, nè a persona”. Al comando del poverello, il lupo diventa mansueto, “come un agnello”, e dopo aver ascoltato altre parole di biasimo cambia drasticamente il suo comportamento. Diviene un lupo pacifico, e i testi annotano “entrava dimesticamente per le case, a uscio a uscio, senza fare male a persona, e senza esserne fatto a lui”. A prescindere dalla verità dei fatti riportati, la storia intende impartire un insegnamento, chiarisce padre Enzo. Secondo alcune ricerche storiografiche, questo animale rappresenterebbe un brigante. Un biografo del poverello scrive che questa sarebbe una sorta di “trasformazione leggendaria” di quell’accordo concluso tra gli abitanti del luogo e alcuni uomini ”simili a bestie selvagge, che erano allora numerosi ne’ castelli fortificati delle montagne d’Italia”. Grazie alla mediazione di San Francesco, la città di Gubbio avrebbe assicurato ad un brigante vitto e alloggio in cambio della cessazione di soprusi e violenze. Altri ancora affermano che il lupo è esistito veramente e sarebbe sepolto nella chiesa di San Francesco della Pace, costruita proprio sopra la grotta dove visse il lupo ammansito. In ogni caso, Francesco ci insegna, innanzitutto, che i drammi sociali vanno affrontati. E alla violenza non si può rispondere con altrettanta violenza. L’atteggiamento adottato dal santo nei confronti del lupo ci sprona a recuperare, sempre, i legami danneggiati. E quando rivolge all’animale le parole “Tu sei cattivo perché sei affamato” ricorda, a tutti noi, che le cattiverie umane sono, spesso, alimentate dall’ingiustizia. Il male, cioè, può essere vinto solo con il bene.

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