Un mese con San Francesco – Ep. 26
Le quattro benedizioni
Sono quattro le principali benedizioni pronunciate da Francesco e che ci sono pervenute grazie alle fonti. La prima, ricorda padre Enzo, fu impartita a frate Bernardo, uno dei suoi primi seguaci e compagni. Dapprima cavaliere e di condizione agiata, volle seguire il poverello spogliandosi di ogni bene. Si guadagno la stima e la riverenza di Francesco che, come riferiscono i “Fioretti”, lo amava come fosse un figlio. Lo raccomandava a Dio nelle preghiere, affinché fosse sempre vittorioso nelle sue lotte spirituali. Meravigliosa è la benedizione che il Serafico gli impartisce, riconoscendogli un primato tra i frati: “Frate Bernardo, benedicati il Padre del nostro Signore Gesù Cristo in ogni benedizione spirituale e celestiale in Cristo, siccome tu se’ il primogenito eletto in quest’Ordine santo a dare esempio evangelico, a seguitare Cristo nella evangelica povertà”. Anche a frate Leone, in un momento di smarrimento, con poche parole “ricche di intensità spirituale” Francesco augura, con una benedizione la “pace”, il bene, e la “misericordia” di Dio. Un’altra benedizione è quella del Serafico alla città di Assisi e riportata dalla Leggenda Perugina. Il santo è morente e in pessime condizioni e si fa trasportare alla Porziuncola in barella. Ormai cieco, a causa di “gravissima lunga infermità d’occhi”. Da luogo ostile, e dimora di uomini malvagi, il suo paese natale si è trasformato in “soggiorno” di coloro che glorificano Dio e “spandono profumo di vita santa”. San Francesco invoca la benevolenza di Dio e che Assisi venga custodita nella considerazione di essere destinataria di Grazia, di “abbondanza” di “bontà” divina e, perciò, venga dimenticata ogni sua “ingratitudine” (FF, 1546). Infine, padre Enzo, ricorda la benedizione a frate Elia, vicario dal 1221 al 1227, primo custode del Sacro Convento, della tomba del santo e dalla Basilica. Tommaso da Celano, nella “Vita prima”, annota l’evidente benevolenza di Francesco nelle parole: “Si ricordi Dio del tuo lavoro e della tua opera e ti riservi la tua mercede nel giorno della retribuzione dei giusti”