Un mese con San Francesco – Ep. 27
Le rivoluzioni
Tema dell’odierna puntata è la capacità dell’insegnamento di Francesco, di innovare e stravolgere. Tante sono le rivoluzioni da lui compiute. La prima riguarda il linguaggio, ricorda padre Enzo. Semplice era la sua predicazione, tanto che egli stesso rifiuta “le tortuosità delle parole, gli ornamenti e gli orpelli, come pure le ostentazioni e le curiosità a chi vuole perdersi”. (FF, 775) Questa semplicità è “figlia della grazia, vera sorella della sapienza, madre della giustizia”. Per questo, la lingua usata da Francesco era quella più comprensibile dalla gente comune. Il “Cantico delle Creature” da lui composto, riconosciuto come opera letteraria”, è scritto in volgare umbro, parlato nel tredicesimo secolo tra i popolani. La seconda rivoluzione francescana è quella riguardante l’abito. Considerato da sempre un segno visibile dell’identità della persona che lo indossa, anche per il santo d’Assisi la scelta del saio è influenzata da un programma di vita esclusivamente incentrato sul Vangelo. “E tutti i frati si vestano di abiti vili che possono rattoppare con sacco e altre pezze con la benedizione di Dio”, ammonisce nella Regola Bollata (FF, 81). Il santo ha cercato di disciplinare, la terza sua grande innovazione, anche il modo di predicare. L’annuncio del Vangelo, anche secondo l’insegnamento di Papa Francesco dovrebbe essere “breve” ed “incisivo”. Più volte il pontefice ha ammonito i sacerdoti a questo proposito. E in un’occasione ha asserito, citando il poverello: “Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole”. Significa che la testimonianza di vita è più importante della forza che cerchiamo di imprimere ai nostri discorsi. E, infine, quarta grande rivoluzione francescana, è quella riguardante i luoghi ove il vangelo deve essere annunciato. Non tanto nelle chiese e nelle cattedrali, ma nelle piazze. Ove si consuma la vita quotidiana della gente, li bisogna annunciare il Cristo.